L'Europa opulenta per diventare realtà continentale federata deve comportarsi come se lo fosse già.
E la prova sarà come affronta il terrorismo mediorientale, cioè l'estremismo fanatico dell'ala più cruenta della galassia islamica che punta al califfato, l'Isis che è contro tutti quelli che non la pensano come loro.
La piccola coraggiosa Tunisia è la sfida da vincere, perché testimonia concretamente la possibilità della pacifica fruttuosa convivenza tra etnie, religioni modi di vita diversi in un contesto particolarmente difficile.
Quindi l'Europa deve attivarsi per aiutare questo Paese e le sue qualità umane, politiche di impegno, tra cui spicca il gruppetto di giovani che ha formato un piccolo essenziale baluardo forte del suo spavaldo coraggio, inducendo il loro coetaneo terrorista Rezgui a desistere dal suo tentativo di continuare il massacro sulla spiaggia.
Come testimonia la fotografia e quanto essi dicono allo sparatore: " Ti devi fermare, se vuoi ammazzare altra gente devi ammazzare prima noi. E noi siamo musulmani". ( "La Stampa" 30.6.15).
C'è poi la Grecia dai numerosi insoluti problemi, compreso quello confezionato dai suoi governanti di allora che hanno alterato i conti dello Stato, per dimostrare di stare nei parametri richiesti per entrare nell'euro.
Senza la solidarietà dell'Europa la Grecia non può uscire dai guai in cui si trova, perché solo l'Europa può garantire sulla sua capacità e possibilità di farcela in un tempo ragionevole e con modalità di certo più stringenti di quelle adottate finora; ma comunque tali da consentire nel frattempo una vita dignitosa per tutti.
Gli esiti del referendum opportunamente indetto – che nel frattempo si sarà tenuto – dirà come la pensano gli elettori sull'accordo o meno con l'Europa ed a quali condizioni.
Comunque sia la Grecia è in Europa e le si deve dare la possibilità di rimanerci. Se vuole.
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