Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa abbatteva i cancelli del campo di sterminio nazista di Auschwitz e liberava i prigionieri superstiti.
La data è stata assunta come “Giorno della memoria”, istituito in Italia con apposita legge nell’anno 2000, per ricordare la Shoah, l’olocausto di 6 milioni di ebrei; di zingari, omosessuali, oppositori politici, prigionieri militari, e diversi in generale, rastrellati dai fascisti e dai nazisti in Germania, in Italia con le leggi razziali del 1938, e nelle nazioni occupate, e fatti morire di lavoro, angherie, stenti e torture, per realizzare il folle disegno di Hitler e dei suoi accoliti, di dominio della pura razza ariana.
Tutto questo è potuto succedere in Europa, culla della civiltà.
Rigurgiti turpi dell’ideologia che ha portato a questo orrore si manifestano qua e là, pochi giorni fa in Italia, rintuzzati dagli ordinamenti democratici e dal sistema immunitario della stragrande maggioranza dei cittadini che sanno, non dimenticano, tramandano e vigilano.
Perché non si ripeta.
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