Ho letto la lettera di Carlo Ventura su “La Stampa” del 23 gennaio scorso, nella quale egli rileva alcune incongruenze presenti nella vita del Partito Democratico di Asti e provincia, nel quale entrambi militiamo.
In particolare Carlo si riferisce al venir meno della possibilità per gli iscritti, di avere la parola durante le riunioni dell’Assemblea provinciale del partito.
Mentre, osserva lui, recentemente è stato consentito di fatto a chiunque, di partecipare addirittura all’elezione del segretario nazionale.
Convengo con Ventura che di democrazia è meglio averne in soprappiù che avvertirne la penuria, aggiungere piuttosto che togliere.
L’auspicio è dunque che l’Assemblea provinciale ritorni sui suoi passi e ripristini la possibilità di parola per gli iscritti presenti alla sue sedute, allargandola semmai anche ai simpatizzanti.
Così da invogliare a parteciparvi, e tenendo conto degli eventuali apporti.
Infatti per apprezzare la democrazia e svilupparla non c’è niente di meglio che praticarla, sempre ed in ogni circostanza, con senso di responsabilità, perseverante pazienza e spirito di servizio.
Dimostrando concretamente che le idee diverse sono una ricchezza, se trovano nel partito il luogo in cui convergere a sintesi unitarie, forza propulsiva e antidoto sicuro contro il formarsi di fazioni a sé che brigano solo per prevalere.
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