Sia come sia, le elezioni politiche a venire si dovranno tenere con una nuova legge elettorale, visto che il “porcellum” vigente da anni è stato recentemente dichiarato incostituzionale dalla Consulta, che nell’occasione ha chiarito i principi da salvaguardare legiferando in materia.
D’altro canto è notorio che il governo Letta è a termine, cioè durerà solo il tempo per realizzare gli obiettivi per cui è stato costituito ed ha ottenuto la fiducia in Parlamento, tra cui appunto, la nuova legge elettorale.
Siccome il Partito Democratico è “l’azionista di maggioranza” di questo governo, s’è fatto carico di redigere alcune proposte che ha sottoposto a tutte le forze politiche presenti in Parlamento, intrattenendo attraverso il nuovo segretario nazionale Matteo Renzi i necessari rapporti.
Forza Italia pur essendo all’opposizione ha condiviso una delle proposte, che si richiama alla legge elettorale spagnola.
Successivamente la medesima è stata approvata a larga maggioranza dalla Direzione nazionale del PD.
Subito formalizzata come disegno di legge è stata depositata per l’avvio del prescritto iter parlamentare, durante il quale potranno essere introdotti miglioramenti, facendo salvi i principi generali su cui si fondano le intese raggiunte.
Nel corso dell’intenso lavorio svolto con inusuale solerzia, s’è aperta nel Paese una positiva discussione, che nel PD ha portato Gianni Cuperlo a rassegnare le dimissioni da presidente del partito, motivandole con il piglio decisionista e un deficit di qualità democratica da parte del segretario Matteo Renzi.
La voglia di giocarsela, l’impegno e la determinazione sono alcuni dei tratti che caratterizzano il segretario e l’hanno portato così in alto nelle primarie e nella considerazione dei cittadini.
La prassi e il modo di fare di tutti nel Partito, iniziando da lui e dagli altri dirigenti, non deve intaccare la sostanza della democrazia, ma la deve sviluppare, ponendo l’attenzione a critiche e proposte, suscettibili di migliorare questo e quant’altri provvedimenti saranno assunti nel corso del nostro tempo, nonché la vita stessa del Partito Democratico.
Nell’interesse ed a beneficio di tutta l’Italia, a partire da quanti ne hanno fin d’ora più bisogno.
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