11 lug 2019

Orso polare.

Continuano ad arrivare segnali che nel clima c'è qualcosa di importante che non va: ghiacciai del Polo Nord che si liquefano, l'Orso polare che mendica cibo agli igloo, punte di caldo torrido africano ancora di questi giorni.

Gli Stati del Mondo si sono incontrati a Parigi circa tre anni fa hanno ragionato e capito cosa non va ed hanno convenuto cosa fare.

C'è troppa anidride carbonica (CO2) nell'atmosfera che le piante non riescono più a scindere trasformare ottenendo legno per sé e ossigeno per la vita di tutti sulla Terra.

Si è formata perciò una cappa - una serra - con aumento della temperatura di due gradi rispetto a quella media prima dell'era industriale, con tutti i viventi sotto a patirne.

Ridurre l'anidride carbonica iniziando da Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese maggiori produttori, poi via via tutti gli altri, utilizzando fonti energetiche rinnovabili al posto di carbone e petrolio, così da non superare i già pericolosi due gradi.

Poi con operosa sollecitudine adottare stili di vita meno energivori come la già effettuata sostituzione delle lampadine ad incandescenza per l'illuminazione con quelle a "led", e la produzione già avviata dei motori elettrici sostituendo quelli a scoppio delle auto.

Avviare piani di riforestazione con specie vegetali adatte a migliorare la stabilità dei versanti e la qualità degli ambienti.

Studiare con le famiglie iniziative per la natalità responsabile.

Ridurre la produzione di armi a garantire la sicurezza cui provvedono gli Stati.

Utilizzare quanto ricerca, scienza, tecnologie mettono a disposizione per ricuperare un equilibrio ambientale naturale che consenta all'Orso polare di provvedersi il cibo ed agli abitanti della terra umani, animali, vegetali di respirare in libertà aria portatrice di salute da godere.

Attivare interscambi tra gli Stati affinché la migliore espressione di ognuno possa concorrere alla costruzione di entità continentali che si avvicendino democraticamente al governo del Mondo Globale.

Capaci di risolvere i contenziosi con la paziente ragione, dimostrando che il peggiore accordo è sempre preferibile alla guerra come ancestrali ed  ancora attuali esperienze dimostrano.

Non dimenticando mai che affinché il bene si affermi occorre che ciascuno - giovani in particolare come stanno già facendo - produca la propria parte ed insieme la si faccia democraticamente prevalere.

 

 

 

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