Avevo chiesto qualche appunto, m’è arrivato il diario della performance cicloturistica di 1026 chilometri da Barcellona – raggiunta in nave da Genova – a Torino, che Marco ha progettato con Sara sua moglie e realizzato in solitaria.
Lo propongo tal quale.
24 aprile scorso partenza alla volta di Genova in treno con bici al seguito.
24 aprile, imbarco sulla nave della “Grandi Navi Veloci” per Barcellona-Tangeri. Viaggio in compagnia di un numeroso gruppo di nordafricani che ha con sé ogni tipo di mercanzia, tra cui alcune centinaia di biciclette “usate”. Equipaggio della nave battente bandiera italiana: in maggioranza filippini che non spiccicano una parola d’italiano, invisibili ma efficienti.
25 aprile sbarco a Barcellona con destinazione Girona (Spagna). Bici ed inizio; strade strette ma in ottime condizioni, quasi tutte a grande percorrenza, in riva al mare. Dai negozi si vede che la crisi c’è ancora; persone cortesi, sorridenti, ospitali e generose. Pranzo con meno di 10 euro, percepisco che la “ricchezza” che c’è è ben distribuita.
Attraversato il confine franco-spagnolo a Perthus la strada non è più larga di 4 metri, poco più di un viottolo. Per la prima ed ultima volta vedo delle prostitute che lavorano, principalmente con autotrasportatori. Automobilisti gentili e pazienti.
Girona città universitaria, si respira aria frizzante e leggera; una giovane farmacista mi aiuta ad individuare la pomata giusta per evitare il formarsi di piaghe alle chiappe (esilarante il colloquio in lingua franco-anglo-italiana). Persone di 100 nazionalità diverse.
26 aprile partenza con destinazione Rivesaltes. Strade secondarie in ordine, tutto appare pulito e curato; vigneti a perdita d’occhio, impianti eolici a decine forse centinaia. Vento, vento ed ancora vento sempre contrario, giornata faticosa.
27 aprile partenza per Agde; sempre vento forte e contrario. Ancora vigne ininterrottamente. Unico ristorante aperto dopo le 20 ad Agde è condotto da indiani; alberghetto in periferia: accogliente e ad hoc per cicloturisti. Bambini che giocano a bocce.
28 aprile via per Arles. Dall’ingresso in Camargue - nota oasi naturalistica con ambiente, animali, vegetazione da Eden - piste ciclabili come biliardi, totalmente indipendenti dalla viabilità ordinaria: un paradiso. Incrocio comitiva di cicloturisti francesi: l’unica volta.
29 aprile in sella verso Vaison la Romaine. Valle del Rodano, cielo terso, boschi secolari, paesini da fiaba, bambini a frotte che giocano nel principale parco pubblico. I bambini sono una presenza costante.
30 aprile mi prefiggo Gap. Respiro aria di casa costeggiando il lago artificiale di Embrun, con livello dell’acqua di 10 metri inferiore alla media degli ultimi 20 anni.
1° maggio verso Briançon tra colline di un verde lussureggiante, paesi da 500 abitanti con l’Ufficio del Turismo aperto 12 ore al giorno; all’ingresso del paese c’è sempre un bagno pubblico aperto, pulito e riscaldato.
2 maggio punto su Torino. Pioggia battente in partenza; sul Monginevro nevica con -2°C. La pioggia m’accompagna tutto il dì, ma ormai sono in corso Francia e piango di gioia al cartello “Torino”.
P.S. Per dormire ho pagato da 30 a 100 euro colazione compresa. Non ho forato né patito guasti alla bici. Ho goduto di buona salute.
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