Samira Saleh al-Nuami è stata torturata ed uccisa da estremisti ammantati da islamici che li ripudiano, a Masul in Iraq.
Avvocatessa attiva in difesa delle donne e delle minoranze, aveva criticato su internet le violenze perpetrate dall’Isis ( che persegue in armi la costruzione di uno stato parodia del califfato), e la distruzione di edifici religiosi plurisecolari che richiamavano la tolleranza tra fedi diverse.
Portata via da casa sua e imprigionata con l’accusa di avere lasciato l’Islam, e di non essersi pentita (nemmeno sotto tortura!) di quanto scritto, è stata condannata a morte da suoi stessi aguzzini e fucilata sulla pubblica piazza.
Tutto è successo in pochi giorni, tra il 15 settembre ed oggi.
Il martirio di Samira ci dice drammaticamente quanto sia stretta ed aspra da quelle parti, la strada che porta alla tolleranza ed alla conquista dei diritti personali, civili e sociali delle diversità nella libertà.
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