20 apr 2015

25 Aprile e 1 Maggio.

25 Aprile 2015, settant'anni dalla Liberazione dell'Italia dai nazifascisti.

Quei giovani partigiani stettero con naturalezza dalla parte giusta fin dall'otto settembre 1943 quando tutto sembrava perduto. Si procurarono le prime armi anche premendo un dito sulla schiena come se fosse una rivoltella, di repubblichini e tedeschi in libera uscita, oppure disarmando nottetempo le ronde spianando la doppietta da cacciatore. Magari senza avere mai preso in mano un'arma prima.

Non sapevano molto di politica e di come andasse la guerra, né cosa sarebbe successo subito e dopo. C'erano i tedeschi in casa nostra ed i fascisti di Salò a tenere loro bordone e tanto bastava.

Ecco l'avvio della Resistenza sul terreno lo ricordo così; avevo poco meno di 11 anni, immagini tutt'ora nitide.

Ricordo anche l'esercito allo sbando ed i soldati che passavano nelle case lasciando la divisa in cambio di abiti civili. Non pochi di loro concorsero alla formazione dei primi nuclei partigiani portando armi e la loro esperienza.

Interi reparti resistettero ai tedeschi e pagarono con la vita questa loro scelta; ricordo Cefalonia per tutti. Altri in Jugoslavia combatterono con le formazioni di Tito.

Quei giovani si fecero carico di loro iniziativa di enormi responsabilità:non era mai capitato, tutto da inventare. E vinsero.

Decine di migliaia caddero nei 21 mesi di lotta. Calamandrei scandì magistralmente questa epopea da protagonista.

Una lezione che mantiene intatto ed attuale il suo insegnamento e il suo valore dopo settant'anni. E la Costituzione che lì nacque lo testimonia in modo imperituro.

1° Maggio Festa del Lavoro.

Più che una festa sembra un funerale tanti sono i posti di lavoro defunti. Persino la costituzione traballa un po’ visto che sul lavoro si fonda.

Stranamente il lavoro sembra tornare alle origini dopo un secolo e mezzo: cioè si può di nuovo svolgere a casa come con i telai prima dell'industrializzazione che concentrò operai e macchine nelle fabbriche.

Dopo la seconda guerra mondiale si verificò il miracolo della ricostruzione, irripetibile con analoghe modalità. Poi alti e bassi ed infine la crisi per riprendersi dalla quale costa fatica e sacrifici specie pei i lavoratori.

Ai quali vanno garantiti – per dirla da ultimo con Gramellini, "La Stampa" 18 aprile scorso- un dignitoso reddito di disoccupazione, corsi di riqualificazione professionale, nuovo lavoro.

Base minima, essenziale, dovuta se non per festeggiare almeno per celebrare serenamente la ricorrenza.

 

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