1 apr 2015

Andreas Lubitz, 27 anni, copilota.

Andreas Lubitz, 27 anni, copilota della società Germanwings avrebbe fatto volontariamente precipitare sulle Alpi l'Airbus A-320 decollato il 24 marzo scorso alle 10 da Barcellona e diretto a Düsseldorf, causando la morte delle 150 persone che si trovavano a bordo.

Un ragazzo normale, tranquillo, cresciuto con il personale interesse per gli aeroplani, un curriculum professionale impeccabile: la sua abilitazione al volo "era al cento per cento senza macchia".

In servizio dal 2013, 630 ore di volo al suo attivo su aerei a tariffa economica, cioè in cui tutto deve essere fatto bene ed in fretta.

Dopo la tragedia i piloti della stessa compagnia hanno scioperato contro lo stress cui sono soggetti nello svolgimento del proprio lavoro.

Se le cose stanno come emerso finora potrebbe bastare.

Solo i poveri morti nel loro insieme sanno.

Noi, i vivi arrivati quando tutto era successo, dobbiamo accontentarci di capire com'è andata o, magari, immaginare.

Dopo la faticosa gavetta come secondo pilota finalmente Andrea ha l'occasione della vita.

Tutto s'è svolto senza proferire parola: un cenno ed il Comandante s'é ritirato nella toilette lasciandolo solo ai comandi.

Sta volando sulle Alpi: uno scintillio di nevi e ghiacciai.

Scende un po’ di quota per ammirare lo spettacolo; l'aereo risponde docile, il sole inonda la cabina.

Il Comandante s'annuncia per rientrare: adesso ci scherza e lo lascia un po’ fuori.

Sembra di sfiorare le cime più alte, non guarda l'altimetro tant'è infervorato.

Oddio, forse è sceso troppo: in cabina si vedono ombre ed il rombo dei motori risuona sinistro.

Ce la fa a ricuperare un po’ di quota.

Le palpebre si fanno pesanti, un torpore improvviso; la mente sa cosa fare ma tergiversa a ordinare.

La prova è riuscita, appagante.

Ora si può aprire al Comandante che da fuori insiste.

Avvia la procedura, attimi ma i gesti sono lenti, la montagna incombe.

Poi una luce accecante.

 

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