26 apr 2015

Porcellum e Italicum.

La legge elettorale vigente è stata definita "Porcellum" dal suo coautore on. Calderoli (Lega). Infatti è stata studiata per costringere i partiti più votati ad allearsi con i piccoli per potere governare.

La nuova legge che sta per essere approvata dal Parlamento nota come "Italicum", è il frutto di molto lavoro di tante persone e di compromessi per cercare di utilizzare al meglio i suggerimenti pervenuti.

Con essa gli elettori scelgono una forza politica che raggiunta una certa percentuale di voti (intorno al 40%) gode di una maggioranza parlamentare che le consente di governare il Paese.

Le principali critiche a questa legge in approvazione sono: che attribuisce di fatto ai partiti l'elezione di candidati proposti da loro; di contenere elementi di possibile conflitto costituzionale; non bene correlata al quadro di norme in cui è inserita; di essere una forzatura del Partito Democratico e/o della sua maggioranza interna; di non perseguire la formazione di un moderno sistema bipolare di avvicendamento alla guida dell'Italia; di essere autoritaria, di non avere ricuperato a sufficienza le proposte migliorative presentate.

Si risponde a queste critiche dicendo che: può essere migliorata, ma il paragone rispetto al vigente "Porcellum" è già largamente a suo favore; che quanto previsto contiene anche una buona sintesi dei contributi avanzati; che è stata discussa a lungo sia nei e tra i partiti, sia nelle commissioni parlamentari; che ulteriori miglioramenti potranno essere apportati a seguito dell'esperienza applicativa; di tenere conto che qualche volta la ricerca del meglio può nuocere al bene.

Personalmente e per quanto può interessare ritengo che la governabilità sia un valore di cui tenere conto. Che in Italia non manchino le sedi in cui si può fare politica, cioè influire sulle decisioni che hanno a che fare con l'interesse generale ed il bene comune anche se non si è in parlamento. Agli elettori va riconosciuto concretamente di eleggere i propri rappresentanti con i collegi uninominali di dimensioni adeguate (sui 200 mila elettori?) piuttosto che con il voto di preferenza.

La politica è in difficoltà perché la qualità espressa stenta a produrre soluzioni soddisfacenti che ad essa si chiedono per risolvere i problemi esistenti nel mondo globale.

Il rimedio? Fare tutti qualcosa di utile perché la politica esprima una qualità migliore dove si è, si vive e si opera.

 

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