30 nov 2011

Speciale elezioni amministrative astigiane 2012

Giunto al termine della legislatura il sindaco di Asti Galvagno ha spiegato agli studenti delle scuole superiori “come voglio far crescere Asti” (“La Stampa” 26.11.11). Loro hanno risposto che si tratta di parole ripetute, di sogni di carta, di progetti dispendiosi e che le priorità sono le persone diversamente abili in difficoltà, il lavoro che manca, i negozi che chiudono, l’assenza di futuro per i giovani.

Infatti dal sindaco uscente, che potrebbe ricandidarsi per un altro mandato, ci si attende il rendiconto delle cose fatte, dei problemi risolti, delle migliorie apportate alla città ed al livello di vita dei cittadini. Ed in base a ciò – e non a vaghe idee – poter valutare il suo operato.

I sindacati provinciali, Cgil, Cisl, Uil hanno dato vita ad una serie di iniziative con la presentazione di proposte per affrontare i maggiori problemi che affliggono cittadini, famiglie, imprese: adeguatezza e qualità degli interventi regionali sulla sanità e funzionamento dei servizi pubblici in generale, esenzioni per le fasce deboli; emergenza abitativa, lotta all’evasione ed equità fiscale, tagli ai costi della politica, misure concrete per il lavoro e la crescita. L’obiettivo e di far sì che il 2012 sia l’anno di svolta per la rinascita di Asti e dell’Astigiano. In proposito i sindacati stanno preparando uno studio di respiro territoriale con il contributo dell’Università, cui far riferimento per migliorare l’efficacia del lavoro da svolgere.

E’ auspicabile che questa proposta trovi convinto sostegno in occasione delle elezioni primarie, durante la campagna elettorale e nei programmi dei candidati.

Sempre in tema si segnala la ricerca della Fondazione Gianni Goria: Asti domani, idee per una economia della conoscenza, aprile 2011.

La ripresa del lavoro alla Way Assauto di Asti con la nuova proprietà cinese stenta a decollare. Per contribuire a farcela, la Provincia ed il Comune di Asti potrebbero affiancare esplicitamente e con determinazione i sindacati ed i lavoratori. Si tratterebbe di un eloquente e positivo segnale sulla loro disponibilità a fare squadra, per portare a buon fine questa operazione ed altre in cui si ritenesse utile il loro intervento.

 

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