25 giu 2014

Disturbare il manovratore.

È certo cosa buona e un po’ enfatica che Vendola dica a Sel: “Al PD la sfida non la resa”. (il Manifesto 15.6.14); e Grillo dichiari la disponibilità del M5S a fare la sua parte per aiutare l’Italia a innovare e modernizzare lo Stato nel suo insieme, e avviare uno sviluppo nuovo che sia l’espressione delle capacità di cui dispongono le nuove generazioni attraverso il lavoro.

Con la convinzione che riforme profonde e implicanti devono essere realizzate con il contributo di tutto il Parlamento e con il Paese che vi si riconosce.

Ciò non significa rinunciare a “disturbare il manovratore”, ma sollecitarlo, pungolarlo propositivamente perché dia il meglio.

Operando in modo che l’Europa condivida, e magari faccia propria questa modalità e la proponga ai popoli di cui è costituita.

Da questo punto di vista al Partito Democratico fanno carico responsabilità maggiori, per dimostrare coi fatti che è l’interesse dell’Italia in Europa ciò che sta a cuore, la priorità.

Indipendentemente dai riconoscimenti che possono venire al partito per il buon lavoro svolto.

Quindi chiunque svolga funzioni di responsabilità nel Partito e pubbliche in Enti e Istituzioni dovrà operare con disciplina ed onore (art. 54 Costituzione), ed i suoi comportamenti dovranno corrispondere sempre a questi principi, unitamente a quelli delle persone della cui collaborazione si avvale.

Come si dice non solo Cesare deve essere immune da ombre ma anche sua moglie.

Infatti solo così si ricuperano credibilità e autorevolezza intaccate, e l’allontanamento dalla politica di quanti non si prestano all’andazzo.

Infine l’avvicendamento fisiologico nelle cariche di partito (e non solo) deve essere concretamente praticato, per l’esperienza che si matura e la freschezza e vitalità delle idee e degli apporti di cui si giovano tutti.

Mentre tra i “titoli” da richiedere ai candidati dovrebbero figurare in particolare: la militanza, l’impegno, la competenza, l’integerrimo vissuto personale, il merito.

Rammentando che il buon esempio, l’aiuto reciproco e la sana dialettica prevengono gli errori.

 

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