1 dic 2014

Senza etica non si ha buona politica.

L’etica è intimamente connessa con l’agire umano, quindi con la politica.

Senza etica non si ha buona politica.

Qui interessa la buona politica capace di dare risposte soddisfacenti alle “nuove povertà che bussano alla nostra porta”.

Le parole virgolettate si riferiscono al titolo dell’editoriale di Eugenio Scalfari su “la Repubblica” di domenica 23 novembre scorso. Nel quale, sintetizzando, si dice che le nuove povertà sono il grido e la sofferenza di chi ha perso la dignità di portare a casa il pane perché ha perso il lavoro.

E che di fronte a ciò c’è il rischio dell’indifferenza di chi sta meglio, che rende ciechi, sordi e muti uomini e donne che pensano solo a se stessi come Narciso.

Mentre noi, continua Scalfari, siamo chiamati ad andare oltre che vuol dire allargare il nostro sguardo, farci coinvolgere, liberare il bene e goderne insieme i frutti.

A questo proposito egli cita “L’Osservatore Romano” giornale del Vaticano, che ha recentemente pubblicato un messaggio del Papa intitolato proprio “La trappola di Narciso” nella quale non dobbiamo cadere.

Secondo il Papa “l’Agape” – banchetto collettivo e fraterno - inteso nella sua accezione più ampia, è uno dei modi per sconfiggere le nuove povertà e rendere fisiologici gli spostamenti delle persone nel mondo globale.

Evitando che ci siano moltitudini in fuga dalla miseria, guerre, persecuzioni verso nazioni in cui intravedono la possibilità di lavorare e vivere dignitosamente in pace.

Scalfari è d’accordo con il Papa e ritengo che molti la pensino così.

Ne consegue che dobbiamo valutare le politiche sulla base dei risultati concreti che esse producono per contrastare e sconfiggere la povertà di oggi così come è stata definita.

In sostanza si tratta della chiamata alla solidarietà che permea tutta la nostra Costituzione, dando a tutti gli italiani la possibilità di sviluppare i talenti personali con il lavoro – mobilitando le risorse occorrenti specie private degli italiani più ricchi – e facendo rifluire nella società a vantaggio di tutti i benefici che ne conseguono.

Contribuendo con priorità come Italia e nell’Unione Europea a pacificare i dissidi, gli scontri e le guerre nei Paesi mediterranei e nelle terre vicine che ne sono teatro.

 

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