2 nov 2017

4.0

I giornali riportano spesso qualcuno di questa serie di numeri: 1.0, 2.0, 3.0, 4.0 dando per scontato che chi legge sappia di che si tratta. Io non lo sapevo, ho chiesto lumi e mi è stato spiegato - spero di avere bene inteso - che lo sviluppo produttivo ed economico è stato suddiviso in quattro fasi.

La prima 1.0 relativa al passaggio dal telaio a domicilio azionato manualmente a quello mosso dall'energia del vapore ed ospitato in uno stanzone con altri. In Inghilterra furono decine di migliaia gli artigiani che si dettero alla macchia – molti furono uccisi – piuttosto di lavorare in questo modo.

La seconda 2.0 connotata dall'utilizzo generalizzato dell'energia elettrica. Avevo 6 anni quando in casa nostra mio papà sostituì il lume a petrolio alla luce del quale facevo i compiti di seconda elementare con una lampadina elettrica in ogni stanza.

La terza 3.0 si riferisce all'introduzione dell'elettronica e dei robot. Per quanto conosco l'ho fatta coincidere con la DEA fabbrica degli anni '70 del secolo scorso situata nel comune di Moncalieri alle porte di Torino.

La quarta 4.0 quella in cui ci troviamo attualmente caratterizzata da quanto scoperto e inventato finora, compresi gli "occhiali" che consentono di vedere all'interno di apparecchiature senza accedervi, capire cosa non va e intervenire. Anche facendosi aiutare da un collega distante migliaia di chilometri col quali ci si relaziona tramite internet; ed a cui basta inforcare gli accennati "occhiali" per vedere quanto vede l'altro e ragionarci all'occorrenza.

Le prime due fasi si sono realizzate tra la seconda metà del 1700 a poco prima della seconda guerra mondiale (1940-45), durando circa 2 secoli.

La terza fase durò meno di mezzo secolo.

La quarta fase che stiamo vivendo giungerà a compimento entro un decennio, durando quindi un quarto di secolo.

Un'accelerazione straordinaria dei cambiamenti dovuta a intelligenza e preparazione che si sono affinate, coinvolgendo però finora meno di metà della popolazione del Pianeta.

L'altra metà insegue faticando; serviranno politiche globali che consentano di recuperare.

Non mancherà certo il da fare e si tratterà perlopiù di cose nuove ora appena ipotizzabili e intravedibili.

Un mondo nuovo da vivere, curioso, interessante, stimolante, intrigante di cui ciascuno deve poterne godere contribuendovi, affinché divenga miscelando desideri e aspettative di tutti.

Pattuendo col Pianeta modi di vita globalmente compatibili e sostenibili con i ritmi naturali che lo caratterizzano fin dai suoi albori.

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