3 set 2019

Tim Cook, Luigi Einaudi e Karl Marx.

I giornali hanno recentemente citato un documento di 181 colossi mondiali del mercato nel quale si afferma per la prima volta che il buon andamento degli affari non deve essere solo riferito all'ammontare del dividendo distribuito agli azionisti, ma anche al contributo che  i produttori forniscono per il  bene complessivo delle persone che vi operano e, più in generale, della società civile in cui essi sono inseriti.

Resipiscenza rispetto all'andazzo attuale che si ritiene non possa impunemente durare, in cui pochi godono della ricchezza prodotta dal lavoro dei più; sul quale s'era già espresso due anni fa Tim Cook amministratore delegato di Apple?

O addirittura un sussulto etico del capitalismo come insegnava Luigi Einaudi, o più draconianamente riferibile a Karl Marx?

Eppure già la Costituzione Italiana s'esprime in questo senso all'art. 41 “La legge determina i programmi ed i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

Comunque sia avere dichiarato e scritto quanto sopra conta, eccome.

Ora questi complessi mondiali attivino a casa propria con gli Stati in cui operano e gli Enti e realtà coinvolte, iniziative che riducano ed eliminino le ingiustizie in atto ripartendo equamente la ricchezza prodotta dal lavoro di tutti.

Consentendo ad ogni abitante della Terra nel mondo globale di vivere dignitosamente con il frutto del proprio lavoro.

Ne “la Repubblica” del 27.8.19 Stefano Mancuso, premio Capalbio col libro “La nazione delle piante” (Laterza) sostiene e motiva che solo con la posa a dimora di alberi su tutto il territorio nazionale ove sia possibile, in particolare nelle città in cui vive la maggioranza della popolazione e si produce l'eccesso di anidride carbonica (CO2), si avrà modo di riassorbirla eliminandola dall'atmosfera dove ristagna causando il riscaldamento globale.

Secondi l'autore si tratterebbe dell'operazione più semplice e meno costosa per risolvere il problema.

Abbandonando via via i combustibili fossili: petrolio, carbone e chiudendo le centrali nucleari perché pericolose e non si sa come smaltire in sicurezza le scorie. Fino a  produrre tutta l'energia occorrente in modo ecocompatibile  ed utilizzandola in modo parsimonioso (la Germania ne produce già il 40%, l'Italia il 20%).

 

 

 

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