27 set 2013

Nessun azzardo e schiena dritta.

Qualche giorno fa ha telefonato un amico fraterno in cura da tempo, annunciando di avere rintuzzato e superato il malanno che lo affliggeva. Quindi l’incontro subordinato alle sue condizioni di salute potrà tenersi presto e sarà improntato all’ottimismo.

Una notizia che, per dirla alla piemontese, m’ha fatto più piacere di una vincita al lotto!

Per una somma di ragioni che sarebbe troppo lungo elencare, ma che si possono compendiare nella sensazione di trovarmi di fronte alla sintesi mirabile del meglio di lui e di sua moglie, con il trattamento medico di cui si è giovato.

 

La situazione economico-finanziaria e sociale dell’Italia e le precarie condizioni di vita di molti cittadini, famiglie e imprese, non possono passare in secondo piano rispetto alle vicende personali di un parlamentare condannato per non aver versato il dovuto di imposte allo Stato.

Anche se questo parlamentare può disporre a suo piacimento del partito di cui è leader, senza che ciò sia riprovato da quanti in esso hanno parte. Circostanza che non ha eguali in alcuna democrazia moderna.

Qualora poi si mercanteggi la sorte del governo per ottenere un trattamento particolare in favore del condannato, si perde il senso della misura e dello Stato e si contravviene ad un imperativo etico efficacemente riassunto nell’art. 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando il giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.

Se infine il governo cadesse per ritorsione, si causerebbe un danno di inaudita gravità al Paese che soffre e si batte per riemergere dalla crisi, nonché un “vulnus”, una ferita, alla sua credibilità verso la Comunità internazionale già turbata da quanto avviene in casa nostra, perché ostico ed incomprensibile ai più. Dunque fonte di ulteriori dubbi e incertezze sulla nostra affidabilità, con nocumento da ogni punto di vista.

Quindi nessun azzardo e schiena dritta.

 

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