1 ott 2013

Ma siamo diventati matti ?

Ma siamo diventati matti? Quasi tutti i parlamentari del Pdl che firmano le proprie dimissioni in bianco da utilizzare se il Parlamento prende atto che il loro leader condannato in Cassazione – cioè definitivamente – è anche decaduto da parlamentare, perché così dispone la legge vigente approvata con il loro voto? E come se non bastasse il cavaliere chiede e ottiene che si dimettano subito i ministri del governo? Ma allora che senso ha l’art. 54 della Costituzione che recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche, hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”? E il 67: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”? Facendo venire meno il governo che sta realizzando il programma approvato col voto di fiducia 5 mesi fa dagli stessi firmatari in bianco? Sapendo che qualunque segnale di instabilità può costare al Paese che già soffre un aumento dello spread, quindi degli interessi sull’elevato debito pubblico, per miliardi di euro l’anno?

Per non dire che se restiamo un po’ senza governo il parametro del 3% di disavanzo di bilancio ammesso potrebbe essere superato, determinando il commissariamento da parte dell’Unione Europea?

E che se dovessimo votare con la legge elettorale “porcellum” ci ritroveremmo paro paro nella situazione di attuale ingovernabilità?

Consapevoli che per evitare questa iattura il Presidente della Repubblica non scioglierà le Camere, ma incaricherà qualcuno di formare un nuovo governo per continuare a fare quello che l’attuale stava già facendo?

O tutto sto gran bordello è solo il canto del cigno del cavaliere, che può costare un occhio della testa all’Italia ma non cambia di una virgola la sua condizione di condannato?

Oppure i protagonisti puntano ad un catartico: “muoia Sansone con tutti i filistei”, facendo terra bruciata e poi si vedrà?

Suvvia, forse un po’ autolesionisti d’istinto lo siamo. Se però riflettiamo un attimo la ragione potrebbe ancora prevalere, sancendo la chiusura di una storia giunta all’epilogo e aprendo quella di una destra europea che manca all’Italia.

 

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento. A presto.