28 mag 2014

Spogliare le banche private dal potere di creare denaro.

L’articolo di Luciano Gallino su “la Repubblica” dell’11 maggio è di quelli che tagliano la testa al toro, ovverossia pongono con le spalle al muro chiunque si occupi di finanza dal punto di vista dell’interesse pubblico e generale.

E lo fa appoggiandosi ad un articolo di Martin Wolf sul “Financial Times” del 24 aprile scorso.

La parola a Gallino.

“Gli si desse retta il solo titolo - Spogliare le banche private dal potere di creare denaro - basterebbe per mandare in soffitta le teorie, le istituzioni e le politiche economiche che prima hanno creato la crisi, poi l’hanno aggravata con le politiche di austerità” [….] ”Il fatto nuovo è che a dirlo è il maggior quotidiano economico del mondo, da sempre pilastro (bisogna ammetterlo: con dosi di pensiero critico che di rado si ritrovano nei suoi confratelli) della cultura economica neoliberale. I chiodi su cui batte Wolf sono tre.

Il primo è che la stragrande maggioranza del denaro in circolo viene creato dal nulla- perché lo Stato glielo consente - dalle banche private” [….].

“Il secondo chiodo su cui batte Wolf è il pesante ruolo negativo che la suddetta creazione di denaro svolge a danno della intera economia. Il nostro sistema finanziario è palesemente instabile perché lo Stato prima gli ha concesso di creare quasi tutto il denaro che circola nell’economia, poi si è visto costretto a sostenerlo nello svolgimento di tale funzione. Questo è un buco gigantesco nel cuore della nostra economia di mercato”. [….]. ”Grosso modo si tratta di una massa di denaro potenziale- potenziale, va notato, come la nitroglicerina- che gira per il mondo in quantità decine di volte superiori alle transazioni aventi per oggetto beni e servizi reali.

Infine c’è la fondamentale proposta dell’autore, che va ben al di là di quanto sintetizzato nel titolo. Il potere di creare denaro dovrebbe essere riservato esclusivamente allo Stato. La funzione delle banche dovrebbe essere circoscritta alle intermediazioni tra risparmiatori e investitori o mutuatari, alla effettuazione dei flussi di pagamento, e alla custodia dei depositi”. [….].

“Agli oppositori i quali temono che in questo modo rischierebbe di sparire il credito alle imprese, l’autore ricorda che le banche finanziano l’investimento produttivo in misura pari ad appena il 10% dei loro prestiti”. [….].

“Soltanto un forte riduzione del potere creativo delle banche può fare uscire i governi UE dal ruolo di burattini del potere finanziario che attualmente svolgono.

Salvo che, naturalmente, in tale ruolo ci si trovino bene, per scelta o per incompetenza. Al riguardo è ancora Martin Wolf che avverte: Quando arriva la prossima crisi - e di sicuro arriverà - abbiamo bisogno di essere pronti”.

 

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