27 gen 2015

A proposito dell'Islam.

Siccome “ogni promessa è debito” ho letto, sentito, riflettuto a proposito dell’Islam e desidero condividere quanto artigianalmente acquisito.

Consta che nel mondo islamico la vita delle persone e della società risenta significativamente del sentimento religioso.

La religione islamica – monoteista, un solo Dio come nel cristianesimo – dà molta importanza alla massima “scherza coi fanti e lascia stare i santi“ ormai desueta da noi per la secolarizzazione, laicità intervenuta.

Ricordo che fino a dopo la seconda guerra mondiale nelle nostre chiese si esortavano le donne ad indossare abiti “decorosi”; mentre i vestiti delle nostre nonne perlopiù scuri arrivavano alle caviglie.

Nel tempo tutto questo è stato superato responsabilizzando i fedeli ad osservare comportamenti coerenti con le aperture adottate dalla Chiesa.

Mentre l’islamismo mantiene tuttora l’abbigliamento femminile e numerosi altri comportamenti personali e sociali tradizionali.

È un fatto che applicando rigidamente principi religiosi, per loro natura intangibili, a comportamenti umani in divenire si rischi di protrarre nel tempo cambiamenti attesi, determinando insofferenze ed anche conflitti.

Per altro verso la libera espressione di sé e del pensiero laddove essa vige, trova i propri limiti nell’eticità e deontologia degli autori e nelle norme generali che la disciplinano.

Se questa libertà di espressione si manifesta in realtà multietniche e multireligiose deve trovare altri limiti, ad esempio nel rispetto delle sensibilità delle diverse  componenti sociali, da determinarsi concretamente attraverso il confronto ed il dialogo che le coinvolga.

Addurre motivi religiosi per compiere atti di violenza e praticare il terrore è sacrilego verso la religione professata, ed umanamente e socialmente esecrabile.

Una prevenzione severa che dissuada e l’individuazione e rimozione di eventuali cause che potrebbero indurre persone e gruppi a mettersi su questa strada senza uscita, parrebbero le scelte migliori da operare senza indugi coordinandole a livello dell’Unione Europea.

 

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento. A presto.