14 lug 2015

Cosa serve ancora per muoverci?

È un po' strano ma va bene così che ad occuparsi seriamente della manutenzione del Pianeta sia Papa Francesco, scrivendo addirittura l'Enciclica “Laudato si'” attribuendo responsabilità etica personale a quanti devono e non provvedono ed anche – certo nel piccolo- a ciascuno di noi.

Mentre a fungere da braccio c'è Luca Mercalli ( "La Stampa" 8 luglio scorso ) che non demorde dall'impegno di informare come peggiorano le cose, e su quello che ci aspetta se non la smettiamo di farci del male infierendo nei confronti di nostra madre Terra.

Ma prima di sintetizzare le conseguenze negative della nostra trascuratezza, mi preme puntualizzare che il “tutto subito” e l'abnorme preminenza della finanza che di fatto il sistema capitalistico riconosce, consente, induce, attua, unitamente all'iniqua distribuzione della ricchezza prodotta da tutti, sono tra le cause principali dei guasti da rimediare con irrinunciabile priorità.

Ribadendo il valore umano, etico ed economico del lavoro, senza il quale sulla Terra si tornerebbe ai primordi.

Canicola di fine giugno prima decade di luglio con punte di più 10°C. sulle medie stagionali nel nord Italia e sull'Europa centro occidentale.

Le alte temperature hanno influito sul formarsi di temporali e trombe d'aria di elevata forza distruttiva che nel veneto hanno causato vittime, feriti e danni materiali rilevanti.

“La comunità scientifica è ormai certa che il riscaldamento globale antropogenico stia rendendo più probabili ondate di calore come queste” ricorda Mercalli.

Oltre all'Europa il maltempo ha colpito anche l'Asia causando decine di morti, frane e distruzioni varie.

Proprio in concomitanza di questi eventi 30 scienziati insigniti del premio  Nobel hanno siglato “un accorato appello a prendere in seria considerazione i rischi dei cambiamenti climatici, di portata  analoga al rischio nucleare”.

Cosa serve ancora per muoverci? si domanda Mercalli.

 

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