14 set 2017

Un ragazzo di settant'anni fa.

Ad un ragazzo  di settant'anni fa riaffiorano episodi della sua adolescenza.

Scaduta la mezzadria alla "cascina del medic" la famiglia si trasferisce nel capoluogo del comune nell'astigiano: asilo infantile, scuole elementari, guerra 1940-45.

Aspirante nell'Azione cattolica e chierichetto in parrocchia; ragazzotto in campagna poi apprendista meccanico in piccola officina. Amicizie con coetanei e sfollati da Torino.

Gioco delle bocce su sterrato della piazza principale e acciottolato dell'adiacente via. Alle partite degli adulti la domenica con due file di spettatori ai lati. Gioco del biliardo nei 5 caffè e ristoranti che ne disponevano.

Calcio sull'acciottolato nella piazzetta della parrocchiale e nei  prati appena dopo la fienagione improvvisando le porte.

Uomo a undici anni sorpreso dal modo con cui si annuncia.

In gruppo con le biciclette da grandi fino alla fonte solforosa di Montafia lungo la provinciale solo inghiaiata; dissetandosi ai pozzi artesiani ai lati della strada azionando l'apposita saracinesca. Alla Scarassera un pozzo che pompava acqua sulla collina con un ingegnoso sistema che emetteva un ritmico "colpo d'ariete": bum….bum.

Lettura di tutti i libri della modesta biblioteca dell'Azione cattolica.

Ricupero petardi ferroviari inesplosi – usati come segnali acustici in caso di nebbia – e loro esplosione col botto centrandoli con una pietra.

Commissioni per conto terzi tra cui ritiro quotidiano dei giornali alla stazione ferroviaria con vendita lungo il percorso e consegna all' edicola nel capoluogo. Servizio remunerato con una copia dei settimanali "l'Intrepido" e "Il Vittorioso ".

Rincorsa in bicicletta dei rari camion alimentati dal gasogeno, cioè bruciando carbonella, per appendersi e farsi rimorchiare per un tratto.

Eiaculazione spontanea durante il sonno capita parlandone con gli amici o con la mamma.

25 luglio 1943. Assiste esterrefatto allo smantellamento di un grande fascio littorio sulla facciata delle scale che adducono all'edificio scolastico.

8 settembre 1943. La mamma aiuta militari che scappano fornendo loro abiti usati e ricevendo quelli militari.

Sotto bombardamento e mitragliamento aereo di treno di munizioni fermo alla stazione; un miracolo che nessuna delle centinaia di persone in fuga sia stata colpita.

Autunno 1944. Impiccagione del partigiano Luigi Capriolo da parte di militari nazifascisti al balcone di casa Marrone a Borgovecchio con minaccia di bruciare le case se il corpo fosse stato rimosso nella notte. La sera stessa la famiglia si trasferì nel granaio di uno zio in campagna e vi rimase per il resto della guerra.

Lezioni di francese a casa della maestra Borgnino con esercizi che simulavano risposte a domande poste da stranieri; chiese lumi  a papà che tranquillizza: ti serviranno tra un po’.

Aprile 1945. Dalla vigna dello zio in collina segue la parziale distruzione del ponte sul torrente Triversa ad opera dei partigiani. Dopo qualche giorno arrivano i soldati angloamericani con camion e carri armati: sigarette, gallette, benzina in cambio di non ricorda cosa. Per passare costruiscono in poche ore un ponte di ferro sovrastante quello danneggiato.

Dicembre 1946. Primo libretto di lavoro e assunzione alle Officine Meccaniche Cuffini ad  un chilometro da casa.

 

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