Ad un ragazzo di settant'anni fa riaffiorano episodi della sua adolescenza.
Scaduta la mezzadria alla "cascina del medic" la famiglia si trasferisce nel capoluogo del comune nell'astigiano: asilo infantile, scuole elementari, guerra 1940-45.
Aspirante nell'Azione cattolica e chierichetto in parrocchia; ragazzotto in campagna poi apprendista meccanico in piccola officina. Amicizie con coetanei e sfollati da Torino.
Gioco delle bocce su sterrato della piazza principale e acciottolato dell'adiacente via. Alle partite degli adulti la domenica con due file di spettatori ai lati. Gioco del biliardo nei 5 caffè e ristoranti che ne disponevano.
Calcio sull'acciottolato nella piazzetta della parrocchiale e nei prati appena dopo la fienagione improvvisando le porte.
Uomo a undici anni sorpreso dal modo con cui si annuncia.
In gruppo con le biciclette da grandi fino alla fonte solforosa di Montafia lungo la provinciale solo inghiaiata; dissetandosi ai pozzi artesiani ai lati della strada azionando l'apposita saracinesca. Alla Scarassera un pozzo che pompava acqua sulla collina con un ingegnoso sistema che emetteva un ritmico "colpo d'ariete": bum….bum.
Lettura di tutti i libri della modesta biblioteca dell'Azione cattolica.
Ricupero petardi ferroviari inesplosi – usati come segnali acustici in caso di nebbia – e loro esplosione col botto centrandoli con una pietra.
Commissioni per conto terzi tra cui ritiro quotidiano dei giornali alla stazione ferroviaria con vendita lungo il percorso e consegna all' edicola nel capoluogo. Servizio remunerato con una copia dei settimanali "l'Intrepido" e "Il Vittorioso ".
Rincorsa in bicicletta dei rari camion alimentati dal gasogeno, cioè bruciando carbonella, per appendersi e farsi rimorchiare per un tratto.
Eiaculazione spontanea durante il sonno capita parlandone con gli amici o con la mamma.
25 luglio 1943. Assiste esterrefatto allo smantellamento di un grande fascio littorio sulla facciata delle scale che adducono all'edificio scolastico.
8 settembre 1943. La mamma aiuta militari che scappano fornendo loro abiti usati e ricevendo quelli militari.
Sotto bombardamento e mitragliamento aereo di treno di munizioni fermo alla stazione; un miracolo che nessuna delle centinaia di persone in fuga sia stata colpita.
Autunno 1944. Impiccagione del partigiano Luigi Capriolo da parte di militari nazifascisti al balcone di casa Marrone a Borgovecchio con minaccia di bruciare le case se il corpo fosse stato rimosso nella notte. La sera stessa la famiglia si trasferì nel granaio di uno zio in campagna e vi rimase per il resto della guerra.
Lezioni di francese a casa della maestra Borgnino con esercizi che simulavano risposte a domande poste da stranieri; chiese lumi a papà che tranquillizza: ti serviranno tra un po’.
Aprile 1945. Dalla vigna dello zio in collina segue la parziale distruzione del ponte sul torrente Triversa ad opera dei partigiani. Dopo qualche giorno arrivano i soldati angloamericani con camion e carri armati: sigarette, gallette, benzina in cambio di non ricorda cosa. Per passare costruiscono in poche ore un ponte di ferro sovrastante quello danneggiato.
Dicembre 1946. Primo libretto di lavoro e assunzione alle Officine Meccaniche Cuffini ad un chilometro da casa.
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