30 set 2015

Volevo la luna.

Ha girato la boa del secolo l'irriducibile compagno Pietro Ingrao prima di dire addio alla vita vissuta con intensità senza pari da protagonista.

Rivendicando il "non essere d'accordo", ma governando con alto senso di responsabilità le conquiste cui contribuì; unitamente alla realizzazione di sintesi sempre più avanzate stando "nel gorgo" degli accadimenti.

Nel PCI per portare i lavoratori a fare la storia, sì tra compagni ma anche con quanti si riconoscessero nei principi architravi della Costituzione: libertà dal bisogno, equità e giustizia sociale, progresso.

Convincimenti profondi maturati lottando contro ogni forma di totalitarismo e nella Resistenza contro il nazifascismo.

Propugnò e svolse con determinazione una pratica politica per realizzare un mondo nuovo che ben si confà con quello delineato da Felice Balbo nei suoi scritti: "Opere 1945-1964", Boringhieri: “Voglio avere sopra di me il cielo stellato, il sole vero, attorno a me le cose di ogni giorno, le sorprese, le novità, le cose strane e care che abbelliscono la nostra vita, voglio la Vita: i compagni lavorano e combattono perché i propri figli, gli uomini che verranno, abbiano sempre di più "quelle cose vere", perché tutti quegli uomini che oggi non hanno né pane, né cielo, né sole, né sorprese, né giuochi, né mezzi per una più ampia vita, possano averne”.

Pietro Ingrao ha concretamente operato per raggiungere questi obiettivi,  consapevole dell'incompiutezza del proprio fare perché, come scrisse, "Volevo la luna". 

Ed alla luna Lui e tutti noi ci stiamo avvicinando.

 

 

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