È diffusa tra i giovani la conoscenza che su Madre Terra le cose sono così ecoambientalmente e vitalmente interrelate che il batter d'ali di una farfalla può causare uno tsunami agli antipodi. Talché diventa ineludibile tenerne conto fin d'ora in vista della costruzione del Mondo globale in divenire.
E che l'art. 11 della nostra Costituzione recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
Mentre la "Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo" adottata e proclamata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 riconosce e garantisce ad ogni persona diritti come non mai prima di allora.
È infine notorio che nessuno può farsi giustizia da sé.
Stando così le cose l'uccisione del generale iraniano Soleimani e di quanti erano con lui in automobile - autorizzata personalmente dal Presidente USA Trump, perché ritenuto responsabile di preparare attentati contro cittadini statunitensi - rappresenta un grave vulnus etico ed un arretramento rispetto alla politica del precedente presidente Obama giunto al trattato con l'Iran di non proliferazione atomica lungo il percorso verso il Mondo globale in pace, dando il meglio di sé e della democrazia USA con l'occhio lungo, consapevole dell'importanza e del buon esempio che esso rappresentava.
Invece Trump s'è inventato un perverso "fai da te": il contrario, l'opposto della giustizia rettamente intesa.
In uno scenario internazionale in cui soffiano venti di guerra che vanno semmai tenuti a bada e sarebbe già un mezzo miracolo riuscirci.
Che potrebbe diventare intero se l'Unione Europea si attivasse come mediatrice autorevole, affidabile. efficace.
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