27 ott 2011

Raffreddore o polmonite ?

“Autunno di tensioni. Industria, è emergenza. Centinaia di posti a rischio”. E’ il titolo dell’edizione di Asti e Provincia de “La Stampa” del 22 ottobre scorso. Paradigmatico della situazione che stiamo vivendo ormai da anni ad Asti e nell’Astigiano, acuita dalla crisi.

“In realtà l’Italia non ha il raffreddore, ha la polmonite, anche se continua a curarsi come se avesse il raffreddore” (Mario Deaglio, economista, stesso giornale). Diagnosi giusta e impietosa e cura sbagliata. E’ quindi necessario porvi rimedio senza indugiare oltre. Si tratta della priorità assoluta, altrimenti il malato rischia danni gravi. Conosciamo l’antibiotico appropriato che ci può trarre d’impiccio: anche se la guarigione richiederà tempo, così come la convalescenza. Per riabilitarci dovremmo cambiare parecchio: certamente regole e modi di fare che non hanno impedito di scendere a questo punto. Di tutto questo è convinta la maggioranza degli italiani a tutti i livelli; anche l’Europa è consapevole.

La nostra giovane democrazia stenta a capire come somministrare il farmaco e cerca soluzioni tra quelle che conosce; finora invano. Forse perché una soluzione bella e pronta non c’è e bisogna costruirla, rafforzando la democrazia, con la Costituzione, entrambe essenziali come non mai. Praticarle concretamente ci gioverà: apprenderemo, aumenterà la fiducia nelle nostre capacità, si rafforzerà il sistema immunitario, essenziale per evitare abusi; capiremo meglio ciò che è giusto e si deve fare.

Il governo di centrodestra ha nascosto l’aggravarsi della malattia, sperando di farla franca. Un risico assolutamente riprovevole con in ballo l’interesse generale ed il bene comune.

La politica ha svolto male i suoi compiti, la politica deve rimediare; con le istituzioni, cui abbiamo delegato una parte della nostra sovranità con il voto, parlamento e governo in primis. Chiedendo al parlamento di esprimere un governo capace, vista l’irrecuperabile inadeguatezza dell’attuale. In caso contrario sostituendoli entrambi con le elezioni anticipate.

Con i cittadini a stare con il fiato sul collo della politica, pungolando, proponendo, controllando. Un di più per colmare il divario tra quanto c’è e quanto occorre. Un’azione corale, un idem sentire, per uscire dalle strette in cui ci troviamo e costruire una normalità altra, più vicina alle speranze, agli ideali, ai sogni di ciascuno e di tutti.

 

 

 

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