In altra occasione abbiamo già rilevato come la carenza di fiducia tra le persone, nella società e con lo Stato, condizioni pesantemente la produzione di ricchezza in Occidente, fino a determinare la decadenza delle realtà nelle quali questa carenza superi il livello di guardia. Eppure di atti di fiducia è costellata la giornata di ognuno di noi. Vediamone alcuni:
- non poche volte contribuiamo a rimediare a disattenzioni, imprudenze ed errori altrui e beneficiamo di analoga attenzione da parte di altri;
- del fornaio ci fidiamo ciecamente, tanto da nutrirci tutti i giorni di quanto sforna senza preoccuparci con cosa e come viene confezionato; altrettanto si può dire di molti altri cibi;
- saliamo su mezzi di trasporto certi di essere in buone mani e di giungere sani e salvi a destinazione; anche su quelli che fanno il giro del pianeta in un solo giorno;
- affidiamo al medico la nostra salute e qualche volta addirittura la vita e quasi mai abbiamo a pentircene;
- in democrazia deleghiamo a persone di cui spesso conosciamo poco o nulla, decisioni di somma importanza per il futuro nostro e dei nostri figli, con risultati nell’insieme accettabili; all’occorrenza ci sono un Giorgio Napolitano e un Mario Monti a dimostrare che la fiducia può produrre addirittura miracoli;
- ci si sposa tra persone che si sono incontrate per caso, giurano di fidarsi reciprocamente per la vita ed operano per mantenere questo impegno; godendo spesso dei buoni risultati via via raggiunti;
- incrociamo cani dall’aspetto arcigno e siamo certi che si comporteranno in modo commendevole;
- sovrastante i tetti troneggia una gru al cui gancio sono appesi carichi più disparati, che volteggiano sulla testa delle persone che lavorano nel cantiere: nessuna teme per sé e/o dubita che qualcosa possa andare storto;
- approssimando una persona qualsiasi per la strada a piedi, se la si saluta risponderà . Rarissimamente non va così;
- un cruccio: ho dubitato qualche volta che la fiducia riposta non fosse corrisposta.
L’elenco potrebbe continuare per chissà quanto, fino ad arrivare, e ci arriveremo, all’annotazione: “paghiamo le tasse non solo perché è scritto di dare a Cesare il suo e che tutti siamo tenuti a concorrere alle spese pubbliche secondo le nostre possibilità, ma perché siamo convinti che la fiducia sia la vera, inestimabile ricchezza; madre di tutte le altre ricchezze giuste, possibili e desiderabili”.
Tappa importante del percorso verso l’essere Stato insieme.
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