1 mar 2013

Compete al Centrosinistra.

Racconto per sommi capi quest’ultimo anno e mezzo fino all’epilogo elettorale del 24-25 febbraio scorso.

Nell’autunno del 2011 si sfalda il governo di centrodestra che nelle elezioni del 2008 avevano ottenuto una maggioranza consistente sia alla Camera dei deputati che al Senato.

La lungimirante autorevolezza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consente la formazione del governo Monti in un momento cruciale per le sorti del nostro Paese. Questo governo – composto da persone esterne al Parlamento – ottiene l’appoggio e la fiducia del centrodestra, del centro e del centrosinistra, lavora e riporta sulla giusta rotta i conti e la credibilità dell’Italia.

Nell’autunno del 2012 il centrodestra, di punto in bianco, toglie l’appoggio al governo Monti. Privilegiando gli interessi del Paese rispetto agli evidenti vantaggi per sé, il Partito democratico consente uno sviluppo ordinato della crisi, evitando il rischio di sciupare i risultati raggiunti con grandi sacrifici, specialmente da parte del mondo del lavoro nel suo insieme,autonomi, artigiani, piccoli risparmiatori, disoccupati, cassa integrati, precari, percettori di stipendi, salari e pensioni.

La mancata riforma della legge elettorale da parte del Parlamento costringe a votare col “porcellum”, secondo cui sono i partiti a decidere candidature e posti in lista e senza la garanzia che chi vince possa governare. Il Partito democratico e il centrosinistra ovviano parzialmente a queste storture tenendo le elezioni primarie per il leader ed i candidati.

Nel corso della campagna elettorale il centrodestra abbonda in promesse e recupera consensi.

Il centrosinistra si sottrae a questa logica, ma stenta a comunicare la concretezza delle sue proposte.

I limiti del sistema dei partiti sono stigmatizzati con veemenza dal Movimento 5 stelle attraverso Beppe Grillo, con i cittadini che manifestano un interesse crescente, poi confermato col voto.

Per “Scelta Civica” di Monti, sia da sola che in coalizione, riconoscimenti inferiori alle attese.

Appena iniziato lo spoglio dei voti le agenzie specializzate danno il centrosinistra autosufficiente sia alla Camera dei deputati che al Senato, mentre lo spread apprezza e scende di parecchi punti; a seguire le proiezioni correggono questo dato e lo spread s’impenna.

Si giunge così al risultato finale di leggera prevalenza nazionale del centrosinistra sufficiente alla Camera per fare scattare il premio con la maggioranza dei seggi, ma non al Senato, per i diversi criteri e modalità di calcolo stabiliti dal “porcellum”.

Da qui la necessità di intese per dare vita a maggioranze stabili e coese in grado di attuare le riforme di cui l’Italia ha bisogno per uscire dalla crisi, avviare uno sviluppo nuovo dell’economia con il lavoro, e una vita migliore per tutti.

Compete al centrosinistra perché più votato, proporre e ricercare soluzioni che rispettino la volontà degli elettori e consentano la formazione di un governo che realizzi questi obiettivi.

 

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