3 mag 2013

Che permise a tutti di lavorare e prosperare.

Mi riferisco alla lettera di Andreino Drago, sindaco di Cortiglione, provincia di Asti (“La Stampa” 30.4.13).

Non è la prima volta che tra me convengo con quanto egli scrive; stavolta prendo lo spunto per ragionarci.

Non c’è dubbio che la finanza abnorme – cioè ben oltre la soglia considerata fisiologica rispetto all’economia reale – rappresenti un pericolo, anziché un servizio per l’economia e la vita delle persone, come dovrebbe essere. E che nei confronti delle sue espressioni smodate occorra fare argine.

Iniziando dal non credere che la ricchezza reale dipenda dalla quantità di moneta che gira per il mondo, ma che essa rappresenta invece, grosso modo, la differenza tra quanto prodotto dal lavoro di tutti e quanto si spende per la loro sopravvivenza.

E che se essa fosse ripartita con equità, molti dei guai che ci angustiano sarebbero risolti. Infatti nel mondo di ricchezza se ne produce a sufficienza per consentire una dignitosa vita per tutti. Sennonché i detentori di gran parte di questa ricchezza – un numero ristretto di trust finanziari – non si pongono questi obiettivo, ma quello più terra terra di avvantaggiare soprattutto se stessi, a scapito di moltitudini che ne patiscono fino all’indigenza.

Per seguire i condivisi ragionamenti di Drago, noi dovremmo “scrollarci di dosso gli invasori finanziari” compattandoci come quando cacciammo “l’invasore fisico che ci opprimeva con la propria presenza militare”, e poi “per ricostruire l’Italia devastata in tutto”. Riuscendo anche a scrivere ed approvare il nostro gioiello di Costituzione “che permise a tutti di lavorare e prosperare”. Rodando e sviluppando la giovane democrazia repubblicana, in un confronto vigoroso, non privo di asprezze ed anche di drammaticità.

In una realtà con molte opportunità da cui i più traevano quanto loro serviva, considerandolo accettabile rispetto all’impegno profuso per ottenerlo.

Ed è proprio questa visione-condizione: vita, volontà e speranza, che oggi non c’è e va modernamente costruita.

 

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