22 mag 2013

Con disciplina ed onore.

Se la politica è – com’è – l’arte del possibile, cioè il meglio o il men peggio che si può fare nel momento dato, allora è da qui che bisogna partire. Specie se si tratta di quella di Stato al suo più alto livello.

Sappiamo tutti che il governo di Enrico Letta nasce dopo due mesi di infruttuosi tentativi tra centrosinistra, centrodestra e M5S, e la rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica.

Invocata da Pd, Pdl e Scelta Civica per uscire dallo stallo in cui si trovava il Parlamento dopo aver mancato l’elezione di candidati di tutto rispetto: Franco Marini, Romano Prodi, Stefano Rodotà.

A questo punto Napolitano ha incaricato Enrico Letta di formare un governo che si occupi di alcune indilazionabili priorità, suggerite dai 10 saggi nominati dallo stesso Presidente sul finire del suo primo settennato: debito, bilancio, lavoro, ripresa dell’economia, sofferenze sociali, riforme: elettorale, riduzione dei parlamentari e nuovi compiti di camera e senato, abolizione province e finanziamento pubblico dei partiti.

Pd, Pdl e Scelta Civica hanno assunto queste priorità ed accettato di dare vita ad un governo in unità di intenti, nelle diversità esistenti tra loro, ottenendo la fiducia del Parlamento.

Non facendosi carico di altro, ma cercando semmai di dimostrare coi fatti che le differenze – che di certo non si cancellano – non impediscono di condividere un programma essenziale e di lavorare alla sua realizzazione per il bene dell’Italia.

Atteso che le differenze sono alimento della democrazia, purché si concretizzino in sintesi operative (decisioni e attuazioni) ad ogni livello.

E che le parole “con disciplina ed onore” contenute nell’art. 54 della Costituzione rappresentano la mirabile sintesi di come deve comportarsi chiunque svolga funzioni pubbliche.

Operando per uno Stato moderno, sobrio ed efficiente che orienti la risorsa lavoro – specie dei giovani – e le occorrenti recuperabili disponibilità finanziarie, verso un’economia nuova capace di realizzare condizioni di vita dignitose per tutti; cura e valorizzazione di territorio ed ambiente, nonché del bello e buono che rendono piacevole la vita in Italia.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento. A presto.