17 dic 2013

Sull'attuale situazione politica italiana.

Sull’attuale situazione politica italiana, e per quanto può valere, la penso così.

Negli ultimi vent’anni e nel loro insieme: partiti, istituzioni, economia, cultura, lavoro, hanno prodotto politiche inadeguate e di modesta qualità, rispetto alle esigenze del Paese di stare al passo coi tempi. Eccetto forse nel quinquennio dell’Ulivo 1996-2001, durante il quale siamo entrati nell’euro ed il debito pubblico è sceso al 103% del Pil.

La crisi in atto rimarca ed accentua le debolezze che ne sono conseguite.

Nonostante ciò il peggio sta passando, ma ci attendono ancora tempi che metteranno alla prova la nostra volontà e capacità di riprenderci il posto che ci spetta, non lasciando nel frattempo soli cittadini, famiglie, imprese in difficoltà, e che a nessuno manchi il necessario per vivere dignitosamente.

Per ottenere questi risultati il 90% degli italiani che possedeva il 50% del risparmio privato, lo sta spendendo per aiutarsi ed aiutare. Mentre il restante 10% di italiani che possiede l’altro 50% deve porvi mano per alimentare la buona economia, la creazione di posti di lavoro, e più in generale iniziative ed attività che aiutino e sostengano la produzione di beni e servizi per la buona qualità di vita. Individuando convenienze nuove e giuste che esistono, per agire così; piuttosto che darsi alle speculazioni finanziarie o peggio, a danno di altri e senza aggiungere un euro alla ricchezza reale, costituita unicamente dal risparmio sul frutto del proprio lavoro e dal lecito tornaconto sull’attività d’impresa.

Mentre l’ibrido governo Letta fa onestamente la sua parte perché la situazione migliori, si avviino le riforme possibili, si abolisca il finanziamento pubblico ai partiti, si approvi la nuova legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere i proprii rappresentanti e confermi il sistema bipolare, in cui chi vince disponga della maggioranza parlamentare per governare.

Infine tocca a tutti discernere tra la protesta democratica, da fare propria per risolvere meglio i problemi, e l’inaccettabile strumentalizzazione del malessere, da respingere.

Utilizzando ogni stilla di energia, ogni euro reperibile per uscire dalla crisi, con il lavoro e lo studio ed uno sviluppo nuovo.

 

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