12 dic 2013

Primarie PD.

Le elezioni primarie dell’8 dicembre scorso per eleggere il segretario nazionale del Partito Democratico le hanno vinte innanzitutto i ben oltre 2 milioni e mezzo di cittadine/ni che, in barba alle più tristi previsioni e timori, hanno affollato già di primo mattino i 9 mila seggi, continuando imperterriti fino a sera.

E di questi quasi un milione di non iscritti al Partito Democratico, che hanno concorso a dare vita ad una giornata di buona politica.

Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati dopo una civile, intensa campagna elettorale, hanno riscosso rispettivamente il seguente consenso: 68% circa, 18% circa, 14% circa.

Matteo Renzi è quindi il nuovo segretario nazionale del Partito Democratico.

A risultati rapidamente noti, i tre protagonisti si sono espressi in modo sobrio e misurato, come non accadeva da tempo nel nostro Paese.

Tutti e tre hanno dichiarato di continuare il lavoro intrapreso, in ruoli diversi come disposto dagli elettori, con rinnovata lena per giovare all’Italia con il partito.

La nuova generazione compie così un passo avanti importante, per dotarsi degli strumenti che le consentono di affrontare i problemi con piglio ed energie consone, giovandosi di disponibilità e competenze da attingere nel partito, nella società civile e altrove, e suscitandone di nuove.

Nel giro di un giorno Renzi ha presentato la sua segreteria composta da sette donne e cinque uomini, all’incirca suoi coetanei, con cui opererà per la realizzazione degli obiettivi e priorità dichiarate in campagna elettorale, tra cui: l’impegno per uscire dalla crisi con il lavoro e nuovo sviluppo, la nuova legge elettorale che garantisca scelte sovrane agli elettori, il bipolarismo, la governabilità, la riduzione dei costi della politica con subito risparmi per oltre un miliardo, la riduzione del numero dei parlamentari, il prevalere di un sano pragmatismo fondato sulla capacità di assumersi responsabilità.

Il tutto sottoposto a periodiche, stringenti verifiche per accertarne la realizzazione.

Obiettivi e priorità da condividere con il governo Letta e da sottoporre al voto di fiducia del Parlamento.

Facendo ognuno la propria parte in dialettica unità d’intenti, in modo da pervenire a nuove elezioni nel 2015, cioè dopo il semestre in cui tocca all’Italia la presidenza del Consiglio dell’Unione europea (luglio – dicembre 2014).

 

 

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento. A presto.