23 mar 2012

Barcellona calcio

In vista dell’avvio ufficiale della campagna elettorale per le elezioni amministrative del 6-7 maggio prossimo – che nella provincia di Asti riguardano il capoluogo ed altri otto comuni – torna utile ricordare che in democrazia la politica è lo strumento principale (se non l’unico) di cui disponiamo per risolvere i problemi di interesse generale, cioè di tutti e di ciascuno. Per oggi, domani, dopodomani, con lungimiranza, competenza, onestà, etica della responsabilità, e, diciamolo, amore verso il prossimo, o quantomeno il piacere di fare delle cose che gli giovino.

Si tratta di scelte importanti per le quali occorrono persone adatte. E’ sempre stato così, ma nella impegnativa situazione in cui ci troviamo, bisogna porvi un’attenzione particolare.

Sì, perché oggi si deve far bene con pochi denari da spendere, quindi serve un po’ più di sobrietà, intelligenza, capacità, impegno, lavoro sia come dote personale, che di quanti vi si dedicano nel loro insieme.

C’è poi il fatto che i problemi importanti sono inediti, quindi nuovo deve essere l’approccio ed altrettanto le modalità per risolverli.

Non ci si può ridurre alla tradizionale attività burocratica e di controllo, ma è necessario dedicarsi alla sostanza e decidere le priorità. Chi fa politica deve mettersi in gioco, spendersi personalmente, utilizzando la discrezionalità di cui dispone per finalità di bene comune, dando conto dei suoi comportamenti e decisioni. Nel rispetto delle regole, certo, senza lasciare però nulla di intentato per il timore di non starci dentro.

Sempre alla luce del sole, con chiarezza di pensiero e di linguaggio: sì, sì; no, no. Con pazienza, spirito di sevizio, umanità, giustizia, attenzione ai più deboli.

Forti della probità che promana da come si opera, e dell’autorevolezza che discende dal vissuto personale di ciascuno: a partire dal sindaco, fino alla funzione più umile e altrettanto importante tra gli eletti e nell’Organico del comune.

Un insieme coeso nella condivisione delle cose che si decidono e realizzano; una sorta di “Barcellona calcio” della pubblica amministrazione. In cui tutti sono bravi a svolgere il loro compito, ad aiutarsi vicendevolmente, ad integrarsi per fare squadra. Coinvolgendo i cittadini lungo il percorso che porta a riconoscersi, anche criticamente – ci mancherebbe! – in ciò che si fa. Accomunati nell’obiettivo che ci si da, di vivere meglio come persone, famiglie, comunità.

Realizzando le personali aspirazioni giovandosi del contesto, ed arricchendolo con il proprio originale contributo, in un virtuoso, continuo interscambio.

Producendo una vita gratificante per tutti, che ha a che fare più con l’essere che con l’avere, quindi di qualità potenzialmente illimitata, infinita.

 

 

 

 

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