13 apr 2012

... del bel vivere e del meglio pensare.

Scrive Massimo Gramellini nel suo “Buongiorno” (La Stampa 11.4.12): “All’estero si ostinano a riconoscere l’esistenza di un’altra Italia, in cui noi abbiamo smesso di credere. L’Italia del lavoro ben fatto, del buongusto, del bel vivere e del meglio pensare.

Se avessi il potere assoluto per cento minuti farei piazza pulita dei mestieri che non possono più darci un mestiere (perché altrove sono fatti meglio e a minor costo) e concentrerei tutte le risorse disponibili su ciò che ci rende unici: l’artigianato di qualità, il design, il cibo, il vino, il turismo, la cultura. Creerei un fondo per la Bellezza a cui attingere per aprire botteghe di alta manualità, restaurare opere d’arte, ripulire spiagge e rifugi di montagna, trasformare case smozzicate in agriturismi. Nel mondo al contrario c’è spazio solo per chi si distingue dagli altri. E noi, o diventiamo la patria delle meraviglie o non saremo più niente”.

Immaginifico e stimolante, cui aggiungerei anche ricerca e produzione di beni durevoli tecnologicamente avanzati, rispetto cui abbiamo attitudini e capacità, e tendere all’autosufficienza energetica da fonti rinnovabili.

Il sindaco uscente di Asti Giorgio Galvagno – che il potere invocato dal giornalista, seppure non assoluto, ce l’ha – ha scritto, in pari data sullo stesso giornale, di essere “profondamente convinto che la prima cosa da fare per il buon governo della città sia la buona manutenzione di scuole, giardini, edifici pubblici, strade e in particolare dei marciapiedi, specialmente quelli del centro storico in porfido o in pietra”.

Idea condivisibile.

Senonché il giornalista ha una visione alta della vita, dell’Italia e del mondo in divenire, per dare le gambe alla quale sta facendo la sua parte.

Mentre il sindaco ha esaurito con la manutenzione – peraltro di competenza del capace Organico comunale cui basta impartire le opportune direttive e porre a disposizione le risorse necessarie – il potenziale progettuale, decisionale e realizzativo di cui dispone, per delineare prospettive di sviluppo della città e praticarle concretamente.

E questo è per certo riduttivo e inadeguato.

 

 

 

 

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