10 apr 2012

Titicaca e "tsunami"

Lassù tra le nuvole, a cavallo del confine tra Perù e Bolivia c’è il Titicaca, il lago più alto del mondo, oltre 3800 metri sul livello del mare, grande come la regione Umbria, alimentato da 27 fiumi, solo uno dei quali scarica l’acqua di troppo nell’oceano Pacifico.

Già pescoso e straordinario habitat di ogni specie di volatili e di animali lacuali, dei suoi frutti vivevano decine di migliaia di famiglie.

Ora è gravemente ammalato, inquinato da ogni genere di scarichi prodotti dalla vita e dalle attività di milioni di persone che si sono concentrate nelle città, immessi tal quali nei fiumi che le attraversano.

La mortalità infantile è arrivata al 10%, venti volte superiore a quella media italiana. Il cancro e le infezioni infieriscono sulla popolazione rivierasca. Muoiono i pesci e la fauna lacuale. Persone e animali che possono, fuggono.

Uno scenario cupo, turpe, apocalittico, sconvolgente, inumano.

Non è purtroppo il solo lago della Terra in queste drammatiche condizioni.

Gli abitanti rimasti protestano, propongono, lottano e chiedono il rispetto della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” del 10 dicembre 1948. Si sono anche appellati all’Onu. Per poter vivere dignitosamente a casa loro ed in salute. Il loro diritto va riconosciuto e la Comunità internazionale deve fare la sua parte.

Tsunami sulla Lega nord, che ha avuto bisogno dell’intervento della magistratura per vederci chiaro in casa propria. Avrebbe potuto farne a meno se avesse effettuato i normali controlli, capaci di evidenziare e rimuovere le magagne e prevenire il peggio. Si tratterebbe di indebito, continuato utilizzo di denaro pubblico e di altro connesso, che coinvolge più persone con incarichi di rilievo nel partito e nelle istituzioni. In una situazione convulsa si verificano dimissioni al grido: “chi sbaglia paga”.

In attesa che la giustizia faccia il suo corso, si deve ripartire dal dettato costituzionale: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore” (art. 54). Rammentando che il bene comune prevale solo s’è voluto, ricercato, conquistato. E che compito principale dei partiti è di provvedervi con comportamenti esemplari e la buona politica.

Altrimenti se ne occuperà qualcun altro, come in questo caso. Con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

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