3 apr 2013

Sarebbe un segnale molto importante.

Il rebus della formazione del nuovo governo non pare figlio del peccato originale di avere scelto Monti anzicché le elezioni nell’autunno del 2011, né del mancato pieno incarico a Bersani leader del centrosinistra, come ha scritto “il Manifesto” di Pasqua, quanto piuttosto della “maliziosa” incapacità del Parlamento di fare una buona legge elettorale in sostituzione del “porcellum” mentre il governo Monti teneva a bada la speculazione che – fiutando l’affare – aggrediva l’Italia.

E della grettezza delle forze politiche recentemente consultate, nel farsi pieno carico dei problemi dell’Italia, anche se sono emerse significative convergenze sulle principali e prioritarie cose da fare.

Proprio tenendo conto di queste convergenze, il Presidente Napolitano, ha recentemente deciso di affidare a dieci saggi il compito di preparare sollecitamente delle proposte da utilizzare nel prosieguo del lavoro per la formazione del nuovo governo; confermando che il suo settennato terminerà il 15 maggio prossimo.

Mentre il governo Monti continua a restare in carica per gli affari correnti.

Questa iniziativa del Capo dello Stato ha riscosso prevalenti diffusi consensi. Si vedrà come reagiranno i mercati.

Intanto le forze politiche ed i singoli parlamentari sono chiamati a dimostrare di essere all’altezza della situazione e dei compiti che la Costituzione affida loro.

Se il prodigarsi di tutti sarà generoso e volto al bene del Paese, le cose potrebbero evolvere grosso modo così:

Formazione di una bozza di programma di governo che comprenda i punti di convergenza emersi dalle consultazioni;

Estensione a Bersani leader del centrosinistra dell’incarico di formare il governo, consultazione definitive con eventuali modifiche e/o integrazioni della bozza di programma, verifica che i voti nella disponibilità delle forze politiche coinvolte siano sufficienti per ottenere la fiducia del parlamento;

Formazione del governo con persone aventi requisiti per realizzare il programma, che potrà essere di legislatura o verosimilmente più breve;

Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri;

Voto di fiducia del Parlamento.

Sarebbe un segnale molto importante per noi italiani, per l’Europa ed oltre.

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