8 lug 2013

Intanto serbiamo memoria.

Piccoli, medi o grandi che siano, gli oltre 8100 Comuni d’Italia, vivono in trincea la difficile situazione in cui versa il Paese, al punto da considerare l’ordinaria manutenzione stradale per rimediare i danni causati dall’inverno, un lusso che non tutti si possono permettere.

Siamo quindi alla prova del nove, nel senso che per farcela dobbiamo escogitare qualcosa che sopperisca alla penuria di denari, non soltanto per riparare buche e tombini stradali, ma per governare le difficoltà e non soggiacervi.

Partendo dalla constatazione che la crisi ha origine dalla iniqua ripartizione del reddito prodotto, a vantaggio dei detentori del potere finanziario, i quali – autori e beneficiari del misfatto – ne stanno facendo pagare i costi alle stesse vittime!

Impegno di grande lena da affrontare con l’intelligenza di cittadine e cittadini cui vengono forniti i supporti necessari: sul piano politico dai partiti che se lo prefiggono, e sul versante amministrativo dai servizi comunali riorientati nel senso accennato.

A partire dalla maggioranza dei Comuni governati dal centrosinistra,  di cui il Partito Democratico è il fulcro.

Intelligenza libera, scevra da preconcetti, orientata a ricercare soluzioni socialmente giuste, eque, solidali, attingendo ai principi costituzionali, disponibile a riforme che rafforzino democrazia e governabilità, lasciando saldamente nelle mani dei cittadini elettori la scelta del Parlamento, riformato nelle funzioni svolte e ridotto nel numero dei suoi membri.

Una sorta di manuale utile alla bisogna è già stato scritto da Enrico Morando e Giorgio Tonini – L’Italia dei democratici – Marsilio.

Altre idee, intuizioni, esperienze, troveranno libera espressione nei congressi locali che prepareranno quello nazionale del Partito Democratico da tenersi nel 2013, di cui s’attende sia fissata al più presto la data.

Nel frattempo il governo Letta sta facendo quanto dichiarato in Parlamento in occasione del voto di fiducia. In primis i provvedimenti in corso per rilanciare lavoro e occupazione con il recupero di fondi europei, e la nuova legge elettorale.

Convinti che dalla crisi si può uscire tutti i giorni un po’, con più giustizia rispetto a quando siamo entrati. Come saremo alla fine di questa faticosa e sofferta avventura, dipenderà dal lavoro che sapremo svolgere da qui ad allora. Intanto serbiamo memoria di quanti danno il meglio di sé per riuscirci prima possibile,  lasciando nessuno indietro.

 

 

 

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