13 mar 2014

Di tutto un po'.

Gli Usa premiano “ La Grande Bellezza” con l’Oscar per il migliore film straniero, che parla di Roma e dell’Italia tutt’altro che ben messe. Se ce la facciamo a vincere in queste condizioni, figuriamoci cosa saremmo capaci di fare in situazioni normali.

Il nuovo governo sta misurando le difficoltà che si frappongono tra il dire e il fare ma non disarma; anzi aumenta l’impegno - con qualche ingenuità – per convincersi e convincere che se ce la mettiamo i traguardi annunciati sono possibili. Il primo dei quali è fermare l’emorragia del lavoro ed avviare una ripresa nuova, chiamando perentoriamente a fare la propria parte chi non ha ancora dato o dato meno di quanto dovrebbe e potrebbe (art. 53 Costituzione); anche indirizzando le proprie risorse verso impieghi con finalità sociali (art. 42 Costituzione).

Al recente incontro tra i capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea, l’Italia si è presentata con le carte in regola nel fare quanto ci siamo impegnati per tenere in ordine i conti e diminuire il debito. Chiedendo che l’Europa adempia a quanto le compete circa le politiche di sostegno e sviluppo di una economia sobria ed equa, alla quale la finanza offra i servizi necessari, e da lì tragga i giusti corrispettivi per sé.

La soluzione della crisi in Ucraina presuppone il rispetto della sua integrità territoriale e della sua sovranità; con gli Usa e la Russia a dare il buon esempio. E l’Unione Europea contribuisca a trovare democratiche e pacifiche soluzioni agli impegnativi problemi, che il venire meno dell’ex Unione Sovietica ha reso manifesti, anche nelle recenti forme dolorose e cruente, di cui sono vittime i cittadini a causa del potere esercitato in modo dispotico.

Non conosco le ragioni per le quali Emma Bonino è stata avvicendata come ministro degli Affari Esteri. So che se fosse rimasta sarebbe molto utile, per le riconosciute capacità, sobrietà, riservatezza, impegno, dedizione. E per le sei lingue che padroneggia.

Il TG Rai2 delle 20,30 di giovedì 6 marzo, ha trasmesso l’intervista al presidente dell’Uruguay Josè Alberto Mujica Cordano nella spartana abitazione di proprietà della moglie Lucía Topolansky. Egli spiega con parole semplici che devolve il 90% degli emolumenti istituzionali, e che i restanti 800 euro gli bastano per vivere. Infatti durante la lunga prigionia perché oppositore del dittatore Jorge Pacheco Areco, ha imparato ad apprezzare le cose che rendono la vita migliore. Questo insegnamento rappresenta la base del programma di governo del suo piccolo Paese, democraticamente condiviso dalla popolazione.

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