25 nov 2015

Spendere meglio per spendere meno.

La "Legge di stabilità" (già "Finanziaria") non è argomento avvincente ma importante sì, perché dispone  delle risorse nazionali in una prospettiva triennale. Quindi è utile ragionarci un momento.

Anche perché, a dirla tutta, l'intervento di replica del governo terminata la discussione in Senato – dal quale ha ottenuto il voto favorevole con la fiducia, cioè facendo passare  uno ad uno i senatori sotto il seggio del  Presidente scandendo "si" oppure "no"- è stato effettuato dal vice ministro Enrico Morando di cui sono note competenze e serietà maturate partendo dalla gavetta.

Egli ha sostenuto e ribadito che si tratta di un provvedimento "effettivamente espansivo", cioè che aiuta l'Italia a proseguire la strada verso uno sviluppo nuovo, caratterizzato dalla qualità delle cose che si fanno.

Cioè si va di fino con tasse e tributi più contenuti e con spese più attente, avendo ben presente che la ricchezza vera si crea solo con il lavoro fonte di reddito e dignità per quanti lo svolgono (art. 4 Costituzione); che imposte e tasse devono essere pagate da tutti e con criteri di progressività (art. 53 Costituzione ); che gli imprenditori devono investire gli utili nelle aziende (art. 41 Costituzione ); che  tutti hanno diritto ad una scuola che aiuti ad esprimere il meglio di sé (art. 34 Costituzione), e così via per tutto il resto.

Che la "Legge di stabilità" va in questa direzione risulta dall'esame delle singole voci di spesa, dalla distribuzione delle risorse e degli incentivi tenendo conto delle esigenze specifiche delle aree del Paese e dei settori verso cui sono indirizzati. Nonché del fatto che  ci sono investimenti in più pari a mezzo punto di PIL (7-8 miliardi ) rispetto a quanto si poteva fare con la legislazione vigente.

Rispettando le regole dell'Unione Europea.

Facendo tesoro per quanto possibile dei contributi emersi dal lavoro dell'apposita Commissione.

Ora la "Legge di stabilità" andrà alla Camera dei deputati dove potrà essere ulteriormente migliorata a saldi invariati, cioè intervenendo sulle singole voci di spesa senza che i totali cambino.

Spendere meglio per spendere meno mi pare riassuma efficacemente il senso del tutto.

 

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