2 nov 2015

Sternia.

La "sternia" era una pavimentazione con ciottoli di fiume che caratterizzava vie e piazze dei nostri paesi; ma anche di città, sulla quale è stato sovrapposto nel tempo un manto di conglomerato bituminoso.

Una alternativa di qualità era rappresentata dai cubetti di porfido o di altro materiale lapideo con dimensioni variabili a seconda se il traffico era pedonale o veicolare, la cui posa era affidata ad operai che sapevano il fatto loro.

Recentemente ho visto all'opera due di loro e li ho osservati con attenzione.

Lavorano seduti su uno sgabello con una sola gamba alto una spanna. Posano cubetti piccoli con spigolo di 5 centimetri. Guanti di gomma, zappettino con robusta penna all'altra estremità per rimuovere piccole asperità. Sabbia come sottofondo.

"Lignola" cioè filo teso tra due picchetti ad indicare il profilo longitudinale da osservare nella posa; tavoletta di legno per controllare la pendenza trasversale.

Disegno ad archetti contrastanti per la stabilità della pavimentazione: Saturazione con acqua e sabbia dello spazio tra cubetti; ultimi ritocchi con il mazzapicchio, sorta di cilindro di legno impugnato con entrambe le mani per eliminare le disparità in altezza tra cubetti.

In un metro quadrato ci sono 400 cubetti che vengono posati in  un'ora: un cubetto al suo posto ogni 9 secondi!

Capolavoro di abilità professionale in cui testa e mani si relazionano di continuo per trovare la migliore soluzione ai problemi del momento: come individuare a colpo d'occhio il cubetto più adatto per completare un archetto, scegliendolo da mucchietti ai lati.

I posatori sono ragazzi poco più che ventenni, probabilmente extracomunitari.

Gratificati dall'essere stati osservati.

 

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