10 mag 2017

Emmanuel Macron.

Domenica scorsa 7 maggio si trattava di arginare la destra oltranzista e autoritaria di Marine Le Pen e ce l’ha fatta Emmanuel Macron con spirito e piglio sbarazzino e liberale. Nemmeno quarantenne lì quasi per caso, ma con un buon pedigree istituzionale come ministro e professionale di esperto in finanza, è il più giovane presidente della Francia repubblicana. Eletto con il 65% dei voti mentre alla Le Pen è andato il 34%. Ha votato il 75% degli elettori ma il 12% ha deposto nell’urna scheda bianca. L’inno alla gioia dell’Unione Europea al Louvre di Parigi ha suggellato il risultato nel tripudio di bandiere nazionali, numerose quelle dell’Unione.

Tra un mese si terranno in Francia le elezioni per il nuovo Parlamento e sarà già la prima prova della tenuta politica di quanto Macron ha dichiarato di voler praticare: una Francia sicura, aperta, operosa, equa e solidale in una Europa unita che si esprima come continente nel mondo globale.

Come capita in queste circostanze dalle cancellerie di molti Paesi sono giunte al vincitore espressioni augurali, di stima e compiacimento. Particolarmente cordiali quelle di Angela Merkel, della premier inglese Theresa May nonostante il Regno Unito sia in uscita dall’Unione Europea, del capo del governo Paolo Gentiloni e di Matteo Renzi riconfermato proprio lo stesso giorno dall’Assemblea Nazionale segretario del Partito Democratico.

Paiono quindi esserci le condizioni per svolgere un proficuo lavoro ciascuno in casa propria, ed insieme nell’Unione Europea come casa comune per competere alla pari con i colossi continentali.

Per certo il ruolo dell’Italia in Europa già significativo, assumerà maggior importanza se proseguirà il lavoro di costruzione di istituzioni democratiche proprie che consentano all’Unione di agire come tale per la tutela e lo sviluppo degli Stati membri. Ai quali va riconosciuta la possibilità di farne parte a pieno titolo con tempi e modalità diverse.

Tenendo presente che popoli “giovani”, cioè con popolazione distribuita in modo equilibrato nelle varie fasce di età, sono più propensi ai cambiamenti perché l’avvicendarsi delle generazioni con le donne in primo piano porta con sé aspirazioni, esigenze e bisogni nuovi che rendono obsolete leggi e modi di vita non più in grado di rispondervi adeguatamente.

 

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