2 nov 2012

Sono un incorreggibile ottimista della volontà.

Email di lettori a “l’opinione”: d’assenso, dissenso, interlocutorie; maiuscole e punti esclamativi a sottolineare personali punti di vista. Contributi utili e stimolanti di cui si terrà come sempre conto.

Ragionando intanto su due situazioni di attualità.

Giusto un anno fa, con una maggioranza parlamentare ed un governo di centrodestra, l’Italia stava per affondare sotto i colpi della speculazione finanziaria.

Auspice la lungimiranza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, si trova la disponibilità di Mario Monti che mette insieme un governo per la bisogna, certo come sa e può, a modo suo. Spendendo subito generosamente la propria personale credibilità e autorevolezza, rallenta la corsa verso il baratro, appronta una cura da cavallo, ottiene una estesa fiducia parlamentare (Pd, Pdl, Udc) e l’avvia, permettendo al Paese di ritrarsi un po’ ogni giorno e di attestarsi a distanza di sicurezza.

Se memori del pericolo corso perseveriamo nel comportamento virtuoso, migliorando il migliorabile, facendo sì che chi più ha più contribuisca (art. 53 Costituzione) e che tutti dispongano del necessario per vivere decorosamente, premiando intelligenza, buona volontà, disponibilità, dedizione, consolideremo la posizione raggiunta. Pronti a partire con obiettivi nuovi per uno sviluppo compatibile. Che assuma come base il lavoro per tutti, giovani in particolare (artt. 1-4 Costituzione).

Questa è la sfida che possiamo (dobbiamo) vincere.

Dal voto regionale in Sicilia esce vincente la coalizione Pd-Udc, neo presidente Rosario Crocetta con il 31% dei voti. Gay, cattolico, e comunista – ha sottolineato un quotidiano nazionale di grande tiratura – che dovrà mettere in piedi una maggioranza che lo sostenga in consiglio. Nello Musumeci (destra e Pdl) si è fermato al 25,6%, Giancarlo Cancellieri (Movimento 5 stelle) 18,2%, Gianfranco Miccichè 15,4%, Giovanna Marano (Sel-Idv) 6%.

Ora la Sicilia potrà essere meglio governata rispetto a Lombardo e Cuffaro che hanno contribuito alla voragine del debito miliardario, ai guasti umani e politici e alle ingiustizie sociali?

Le premesse per la svolta gli elettori (47,4% degli aventi diritto) le hanno poste. Gli eletti ed i partiti coinvolti possono e debbono dimostrare coi fatti di meritarsi anche il consenso del 52,6% dei siciliani che sono rimasti a casa, marcando una irreversibile discontinuità rispetto al passato.

Ah, quasi dimenticavo di confermare che sì, sono un incorreggibile ottimista della volontà.

 

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