23 nov 2012

Di palo in frasca

A fronte dell’enorme quantità di cose che sarebbe possibile, opportuno, utile e perfino necessario fare in Italia, è incomprensibile che la nostra migliore gioventù continui a restare senza lavoro.

Infatti si fa strada l’idea che dalla crisi si uscirà prima se più persone lavorano (dalla pulizia dei tombini per l’acqua sulle strade, alla ricerca ai massimi livelli). E se si adottano stili di vita sobrii ed accessibili a tutti i cittadini.

Lunedì della scorsa settimana centinaia di giovani tifosi del Chelsea erano già a Torino per la partita di Champions League con la Juve del giorno dopo. Nei pub e per le vie della città sono risuonati a lungo i loro cori da stadio disciplinatamente ritmati e scanditi.

Splendide energie e spensierata giovinezza “che si fugge tuttavia”.

A chi può giovare che una simile ricchezza si esaurisca così?

Nel testo del Vangelo che ho, alle pagine 13-14 c’è un commento del versetto 1,21 di Matteo, nel quale s. Agostino dice che Dio si è fatto uomo affinché l’uomo diventasse Dio. Ed ancora alla pagina 282 commentando il versetto 6,57 di Giovanni, si riportano le parole di san Crisostomo: per mezzo dell’Eucarestia noi siamo cambiati in Gesù Cristo e diventiamo in realtà carne sua.

Com’è dunque possibile che di questa nobiltà umana si continui a fare strame?

Non c’è dubbio che Luciana Littizzetto esprima bene e con verve cose di tutti i giorni, e ci ricami su divertendosi e divertendoci.

Però lasciatemi dire che dev’essere ben grande il dislivello tra quanto vorremmo dalla vita e quant’essa ci propina, per attendere “Che tempo che fa” o il suo prossimo articolo o libro come se fosse il messia.

Grazie a internet sappiamo tutto dei mali del mondo in tempo reale, ma quasi nulla del bene che pure è parecchio.

È vero che la necessità aguzza l’ingegno, ma se è troppa lo mortifica.

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